Posizione media Google Search Console (GSC)

Per anni, la posizione media è stata un punto di riferimento nei report SEO, offrendo una rapida panoramica di dove, solitamente, un sito web si posiziona nei risultati del motore di ricerca di Google.

Tuttavia, con l’introduzione di nuove funzionalità basate sull’intelligenza artificiale come gli AI Overviews e AI Mode, questo dato sta diventando sempre più fuorviante: Search Console, infatti, conta tutte queste nuove “forme di risultato” come parte della stessa metrica.

Perché la posizione media è meno utile di prima

Google, negli ultimi anni, ha trasformato la pagina dei risultati da una semplice lista di link blu a una vetrina dinamica piena di elementi interattivi:

  • AI Overviews che riassumono informazioni da più fonti in cima alla pagina,
  • AI Mode che combina approfondimenti generati dall’IA con i link tradizionali
  • Pannelli informativi
  • Box “Le persone hanno chiesto anche”
  • Snippets video, local pack, caroselli di immagini e notizie.

Tutto questo ha cambiato il modo in cui le persone interagiscono con i risultati di ricerca e ha frammentato l’attenzione una volta destinata solo ai link standard, riducendo progressivamente la quota di click sui risultati organici tradizionali.

Per questo, la metrica della posizione media oggi ha meno valore reale.

Come l’IA altera la posizione media

Search Console oggi attribuisce agli AI Overviews lo stesso valore di posizione del primo risultato organico: se una tua pagina appare sia nella casella AI Overview in posizione 1 che come quarto link blu, la posizione media sarà circa 2,5.

Questo può dare la falsa impressione di essere in prima pagina, anche se la maggior parte del traffico arriva dal link in posizione 4.

In passato, apparire in posizioni marginali (ad esempio posizione 12 in un box “Le persone hanno chiesto anche”) abbassava la posizione media.

Oggi, invece, gli elementi in cima alla pagina generati dall’IA “regalano” un boost, spesso non collegato a un effettivo aumento di visite.

Impatto sulla strategia SEO

Una posizione media artificiosamente “gonfiata” può illudere i decisori aziendali sul reale successo dei contenuti: ad esempio, una dashboard che riporta una posizione media di 2,3 sembrerà indicare grande visibilità, anche se i click o le conversioni rimangono fermi.

Questo può portare a spostare risorse verso attività di poco valore o ottimizzare per caratteristiche “di vetrina” che non portano traffico reale.

Se il CTR e il traffico organico non aumentano insieme alla posizione media, si rischia di ignorare segnali di allarme fino a perdere ricavi.

Quali metriche privilegiare al posto della posizione media

  • Segmentare le posizioni per tipologia di risultato: separa i dati per link blu, AI Overviews, box “le persone hanno chiesto anche”, snippet video, local pack, ecc.
  • Calcolare il CTR per ogni segmento: individua dove avviene l’engagement effettivo.
  • Monitorare il traffico organico assoluto e confrontarlo con dati storici.
  • Analizzare il tempo sulla pagina e collegare i dati di comportamento alle conversioni.

Per una rappresentazione più robusta, si possono usare metriche di Google Search Console basate su percentili (esempio P50 e P90), oppure calcolare una media “smussata” escludendo il 5% delle posizioni più alte e più basse.

Come applicare questo nuovo approccio

  • Esporta i dati da Search Console e aggiungi un “tag di funzione” per ogni query, segnando se compare come link blu, AI Overview, People Also Ask,/snippet video, ecc.
  • Calcola il CTR e confronta quali tipi di risultato ottengono coinvolgimento reale.
  • Aggiorna le dashboard sostituendo il grafico della sola posizione media con istogrammi per distribuzione dei ranking e grafici del CTR per tipo di risultato.
  • Ottimizza: per i link blu, rafforza tag title e meta description; per snippet e box AI, usa dati strutturati e sii sintetico e diretto nelle risposte alle domande chiave degli utenti.

L’IA generativa nei risultati di Google cambia radicalmente la visibilità delle pagine.

La posizione media era uno dei pochi dati di prima parte affidabili su cui basarsi, ma oggi nasconde più di quanto riveli.

Suddividere le performance per tipologia di risultato, misurare CTR e conversioni, e adottare metriche come i percentili ti permetterà di distinguere davvero cosa funziona.

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