
In questo articolo vediamo che cos’è il EAA o European Accessibility Act e cosa cambia per le Aziende con le nuove regole relative ai prodotti e servizi resi disponibili online.
L’accessibilità digitale non è più solo una questione etica o di responsabilità sociale: rappresenta oggi un obbligo normativo per una vasta categoria di imprese in Europa.
Dal 28 giugno 2025, il panorama digitale italiano cambierà radicalmente grazie all’entrata in vigore dell’European Accessibility Act (EAA).
Chi guida un’azienda deve essere consapevole di questi cambiamenti per evitare sanzioni, garantire la conformità, aumentare la competitività e raggiungere nuovi segmenti di mercato.
Che cos’è l’European Accessibility Act
In questa guida, troverai una panoramica dettagliata sull’European Accessibility Act, cosa prevede e quali tipologie di aziende dovranno adeguarsi a questa direttiva, con un approccio pratico e utile per chi è chiamato a prendere decisioni nell’impresa.
Prima del 28 giugno 2025: origine e obiettivi
L’European Accessibility Act (EAA) è la Direttiva 2019/882 del Parlamento Europeo, approvata il 17 aprile 2019, con l’obiettivo di assicurare che tutti i cittadini, incluse le persone con disabilità, possano accedere senza barriere a una vasta gamma di prodotti e servizi digitali nell’Unione Europea.
La direttiva nasce dall’esigenza di armonizzare le leggi degli Stati Membri in materia di accessibilità, superando le frammentazioni normative che finora hanno generato confusione sia tra i produttori che tra i fornitori di servizi.
Cosa cambia rispetto alle norme precedenti
Prima dell’EAA, la normativa si concentrava principalmente sui siti della Pubblica Amministrazione, lasciando il settore privato in secondo piano.
Dal 2025, invece, il concetto di requisiti di accessibilità digitale è esteso alle imprese private che propongono prodotti e servizi di determinati settori, imponendo specifici requisiti tecnici e progettuali che devono essere rispettati dalla fase di sviluppo (“accessibilità by design”).
EAA ambiti di applicazione: prodotti e servizi coinvolti
La normativa si focalizza su una lista precisa di prodotti e servizi che devono essere resi accessibili secondo le linee guida WCAG 2.1, livello AA.
Ecco una panoramica degli ambiti coinvolti:
- Siti web e applicazioni mobile
- Piattaforme di commercio elettronico (e-commerce)
- Dispositivi elettronici: smartphone, computer, smart TV
- Servizi bancari: ATM, home banking, servizi finanziari online
- Sistemi di biglietteria elettronica e check-in (trasporto aereo, ferroviario, autobus, marittimo)
- Servizi di media audiovisivi: streaming video, trasmissioni TV e dispositivi collegati
- Libri elettronici (e-book) e relativi dispositivi di lettura
Soggetti destinatari dell’European Accessibility Act
La direttiva si applica, negli articoli dal 7 al 13, alle seguenti categorie di operatori economici:
- Fabbricanti: chi produce e mette in commercio prodotti destinati al mercato europeo
- Rappresentanti autorizzati: soggetti che agiscono per conto dei fabbricanti all’interno dell’Unione Europea
- Importatori: aziende che introducono prodotti da paesi terzi in Europa
- Distributori: realtà che vendono prodotti e servizi, sia online che fisicamente
- Fornitori di servizi: chi eroga servizi digitali al pubblico (es. home banking, e-commerce, streaming, piattaforme di prenotazione)
Ognuna di queste figure ha precisi obblighi in materia di conformità e rendicontazione: dalla dichiarazione di accessibilità alla gestione del supporto clienti accessibile, dall’assistenza tecnica alla predisposizione di canali di segnalazione delle barriere.
Aziende soggette: quali imprese devono adeguarsi?
La normativa, come chiarito sia dalla direttiva europea sia dal decreto legislativo italiano di recepimento (D.lgs. 82/2022), chiama all’adeguamento tutte le imprese con più di 10 dipendenti oppure con un fatturato superiore a 2 milioni di euro annui, se offrono al pubblico i prodotti e servizi elencati tra gli “ambiti di applicazione”.
Ecco le principali categorie:
- E-commerce e marketplace (B2C): shop online, marketplace verticali o generalisti
- Banche e fintech: servizi bancari, wallet digitali, app di pagamento
- Portali di travel & booking: servizi di prenotazione voli, hotel, treni, ristoranti, ticketing digitale
- Servizi di streaming, formazione online, piattaforme VOD
- Sistemi self-service: ATM, chioschi di biglietteria, stazioni di ricarica veicoli elettrici
Sono escluse le microimprese, ossia aziende con meno di 10 dipendenti e fatturato inferiore a 2 milioni di euro, salvo che scelgano di adeguarsi volontariamente.
Allo stesso modo, siti personali, blog amatoriali o siti puramente informativi senza interazioni (i cosiddetti “siti vetrina” senza servizi digitali) non rientrano nell’ambito dell’EAA.
Tabella: Esempi di aziende coinvolte
Settore | Obbligati all’EAA | Esempi |
---|---|---|
E-commerce | Sì (se >10 dip. o >2M€ fatt.) | Shop online, marketplace B2C |
Servizi bancari | Sì | Home banking, app fintech |
Trasporti & booking | Sì | Portali di voli, treni, hotel |
Media & streaming | Sì | Piattaforme VOD, e-learning |
Microimprese | No (escluse, salvo scelta) | Piccoli laboratori, negozi locali |
Siti vetrina | No (esclusi se solo informativi) | Sito portfolio, pagina contatti |
Requisiti tecnici e adempimenti pratici
Per essere conformi all’EAA, determinati prodotti e servizi devono rispettare i principi delle linee guida internazionali WCAG 2.1, livello AA. Significa che ogni piattaforma, sito o app dovrà essere progettata per:
- Essere navigabile tramite tastiera
- Supportare lettori di schermo e tecnologie assistive
- Gestire testo alternativo per le immagini
- Avere contrasto cromatico adeguato
- Offrire documentazione e supporto clienti accessibile
Ogni azienda coinvolta deve inoltre redigere e pubblicare una Dichiarazione di Accessibilità secondo il modello fornito dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), con aggiornamenti costanti dello stato di conformità e modalità di contatto, anche per segnalazioni di eventuali barriere.
Quali rischi corrono le aziende che non si adeguano
Le sanzioni amministrative per la mancata conformità possono arrivare fino al 5% del fatturato annuo, oltre a penalità reputazionali e possibili azioni risarcitorie da parte degli utenti.
È quindi fondamentale non solo garantire la conformità per evitare multe, ma cogliere l’opportunità di posizionarsi come impresa inclusiva e moderna agli occhi dei clienti e stakeholder.
Perché conviene adeguarsi: benefici strategici per l’impresa
- Ampliamento del mercato: 101 milioni di cittadini europei con disabilità rappresentano un target spesso “invisibile” ma fortemente fidelizzato quando trova soluzioni accessibili
- Vantaggio competitivo: i siti accessibili migliorano l’usabilità per tutti, aumentano il tasso di conversione, riducono il bounce rate e migliorano il posizionamento SEO
- Brand reputation: un’azienda accessibile trasmette attenzione a inclusione, innovazione e responsabilità sociale
- Rispetto della normativa: riduzione dei rischi di sanzioni, cause legali e danni d’immagine
Come iniziare: la roadmap consigliata
- Analisi e audit dei propri servizi: utilizza strumenti professionali per valutare la conformità attuale del sito/app, individuando le aree di rischio
- Implementazione di una strategia di “accessibilità by design”: coinvolgi designer, sviluppatori e content manager in tutte le fasi del processo
- Formazione interna: sensibilizza il personale sugli aspetti normativi e sulle migliori prassi
- Redazione e pubblicazione della Dichiarazione di Accessibilità
- Monitoraggio costante e aggiornamento: l’accessibilità è un processo continuo, non un’azione “una tantum”
L’European Accessibility Act rappresenta una delle sfide più importanti per il digital business europeo dei prossimi anni.
Per l’imprenditore o il titolare di azienda, adeguarsi all’EAA non è soltanto un obbligo normativo, ma l’occasione per innovare, includere e posizionarsi in modo distintivo sul mercato.
Investire oggi in accessibilità è una strategia di successo che va ben oltre la compliance: è una scelta che valorizza l’identità aziendale, stimola la crescita e promuove una visione realmente moderna dell’impresa.