Instagram nasconde i like dei post. Perché?

Una rivoluzione Social. Si Post, No Like!

Instagram sta verificando la possibilità di togliere i like ai post.

Qual è la vera ragione a questa scelta così drastica?

Ormai è una notizia che ha fatto il giro del mondo, come sempre, provo a dare la mia interpretazione.

Instagram ha deciso di introdurre una novità strategica, eliminando la possibilità di visionare i Like.

Dopo l’esperimento avviato in Canada, anche in Italia l’aggiornamento dell’app ha portato questo cambiamento radicale.

In questo momento, a dire la verità, i like ai miei post sono ancora visibili….ma stiamo a vedere.

“Vogliamo che Instagram sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere se stessi. Ciò significa aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti Like ricevono. Stiamo avviando diversi test in più paesi per apprendere dalla nostra comunità globale come questa iniziativa possa migliorare l’esperienza su Instagram”.

Questo è quanto dichiarato da Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram.

Immagino che, se questa funzione, raggiunge l’obiettivo sperato, verrà poi portata anche su Facebook.

Ora vediamo l’obiettivo dichiarato, che apparentemente è anche molto etico: togliere stress da prestazione.

Cioè non rendendo visibili i like le persone dovrebbero concentrarsi maggiormente sul valore ed il messaggio del contenuto.

I dati relativi li vede esclusivamente il proprietario dell’account.

Personalmente la ritengo una scusa bella e buona.

Perché quelli stressati dalle prestazioni non sono coloro che mettono il like, ma coloro che possiedono l’account.

Quindi, continueranno ad essere stressati. Forse più di prima, soprattutto coloro che, di like, ne raccoglievano tanti.

Proprio questa mattina ho letto su Google News l’articolo “Chiara Ferragni preoccupata per il cambiamento dei like su Instagram” pubblicato dalla testata www.dilei.it.

Credo che, il vero motivo, sia riconducibile al crollo di interazioni degli utenti, soprattutto nei confronti dei grandi influencer.

Gli influencer li possiamo suddividere per dimensioni:

  • Nano influencer: fino a 10.000 follower
  • Micro influencer: tra i 10 e i 100 mila follower
  • Middle influencer: tra i 100 e 500 mila follower
  • Mega influencer (celebrità conosciute e amate a livello globale) > 500 mila follower.

Inoltre li possiamo suddividere per territorialità:

  • Local influencer: se hai un ristorante non ha senso avere un influencer nazionale. E’ meglio avere piccoli influencer locali, diciamo della tua città.
  • Regional influencer: Influencer a livello nazionale, sono utili quando la tua Azienda opera su tutto il territorio nazionale.
  • Global influencer: Come dice la parola, è dedicato ad aziende a livello internazionale.

Personalmente non ho mai caldeggiato l’utilizzo dei grandi o medi influencer per realizzare strategie marketing e comunicazione.

Per il semplice motivo che funzionano come i testimonial in televisione. Sono pagati, quindi poco credibili.

Chef stellati che fanno pubblicità alle cucine, ai bagni, alle patatine, alle pastiglie per lavastoviglie e chi più ne ha più ne metta.

Domanda: dov’è la loro credibilità?

Compreresti una cucina perché te l’ha consigliata uno chef? Io no.

Per questo motivo, se devo realizzare una strategia di influencer marketing, credo decisamente di più nei micro influencer. In modo specifico a quelli verticalizzati in uno specifico argomento.

Quelli che si sono specializzati in un settore oppure una nicchia e danno, quotidianamente, il loro valido contributo ai follower.

Quindi se un architetto, per fare un esempio, esperto di cucine, mi consiglia di acquistare una cucina lo ritengo più credibile.

Soprattutto quando quell’architetto ha dimostrato, nel tempo, professionalità ed imparzialità.

Sostanzialmente non ti consiglia una cucina perché è pagato, ma perché la sua esperienza professionale e la sua etica, lo portano a dire che quella cucina, è giusta per quella tipologia di persone (target).

Ora i grandi influencer sono stati un faro per molte persone. Uno stimolo.

Decine di migliaia di persone hanno cambiato la loro vita, nel tentativo di diventare influencer.

Qualcuno facendo acrobazie oppure attività estreme. Pure di fare un botto di like. Qualcuno ci ha pure rimesso la vita.

Follia pura.

Negli ultimi anni, se organizzavi un evento, sembrava quasi scontata la presenza di un influencer.

Muovono le masse e fatturano decine di milioni di euro, postando immagini sponsorizzate.

Il loro crollo, può essere percepito, dai più, come un crollo dell’ecosistema Instagram.

Credo che sia questa la vera ragione che ha portato a questa drastica decisione.

Evitare la migrazione su nuovi social.

Chiaramente questa rimane una riflessione personale.

Buon like a tutti.

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