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Perché non utilizzerei mai un grande influencer per una campagna

In questa immagine una influencer mostra borse e scarpe ai propri utenti
In questa immagine una influencer mostra borse e scarpe ai propri utenti

Sii Brand di te stesso e l’utilizzo degli Influencer

Le grandi aziende investono importanti capitali per comunicare tramite i grandi Influencer

In questo articolo spiego perché questa strategia, nel medio e lungo periodo, non è premiante

Tempo di lettura: 3 minuti

“Sii brand di te stesso”

Una citazione semplicemente diretta ed esaustiva di un carissimo amico, Pier Luigi Carini di Revonet.

Uno dei migliori network manager che abbia mai conosciuto.

Abile, preciso e metodico.

Questa semplice citazione mi ha dato ancora più consapevolezza di quello che da anni già stavo realizzando.

Pier Luigi è riuscito a concettualizzarlo in 5 semplici parole.

Ora come si sposa questa citazione con il mondo degli influencer è forse un passaggio complicato ma doveroso.

La cosa vera è che la citazione di Pier mi è tornata alla mente, qualche giorno fa, quando riflettevo sull’utilizzo che alcuni Brand fanno degli influencer.

E da li mi è partita una domanda semplicissima: perché?

Perché un Brand, di fama nazionale o internazionale deve ricorrere, ad esempio, a Chiara Ferragni?

Qual è il valore aggiunto che ti può portare?

Capisco e ritengo decisamente più efficace, utilizzare influencer con un minor numero di follower, ma verticalizzati in una specifica nicchia.

Sono competenti e sul pezzo.

Hanno costruito la loro reputazione dando consigli utili, professionali. La loro priorità è fare la differenza per i propri utenti.

Molto di loro, ad esempio, realizzano dei video tutorial per spiegare l’uso corretto di un dato prodotto o servizio.

Ritornando ai grandi influencer.

Che senso ha ricorrere alla Ferragni, a Ronaldo oppure ad una modella di successo?

Sicuramente hanno milioni di follower.

Domanda: Se investo centinaia di migliaia di euro, per una campagna Instagram tramite uno di questi Mega influencer, sto spingendo il mio brand oppure sto costruendo, ancora di più, la loro credibilità?

Se fossi, ad esempio, il responsabile marketing di un brand di moda, mai demanderei la costruzione e crescita della mia immagine ad un influencer.

Con budget simili li investirei direttamente per realizzare attività di content marketing e storytelling. Contemporaneamente realizzerei campagne per aumentare il numero di followers dei miei canali social per rafforzare il legame tra il Brand e l’utente.

Se la campagna di comunicazione viene affidata ad un influencer, questo magico legame, si crea tra influencer e utente. Non si crea con il mio brand.

Semplice.

Non stanno indossando il tuo orologio oppure il tuo abito perché lo amano, ma perché sono stati pagati per farlo.

I clienti non sono stupidi.

Questo fenomeno avviene ancora oggi anche in televisione.

Il mio consiglio è di azzerare l’uso smodato e noioso di attori, calciatori e persone dello spettacolo che oggi fanno la pubblicità di una salsa di pomodoro, domani telefonia e dopo domani divani.

Ma che credibilità ha uno chef stellato che fa pubblicità di cucine e poi bagni, oppure che pubblicizza le pastiglie per lavastoviglie???

Cribbio direbbe qualcuno.

Questo tipo di pubblicità valeva una volta, 20 anni fa, oggi non ha più senso.

Dobbiamo rispettare il consumatore è lui che fa crescere e prosperare le nostre aziende.

Come dice il grande David MacKenzie Ogilvy “Il consumatore non è un imbecille, è tua moglie.”

Più semplicemente, se vogliamo creare un forte e solido rapporto duraturo con i nostri clienti, li dobbiamo rispettare.

Se vogliamo utilizzare un volto per una campagna pubblicitaria, mettiamoci il nostro.

Come hanno fatto Giovanni Rana oppure Ennio Doris di Mediolanum.

Se crediamo nel valore dei prodotti e servizi che proponiamo ai nostri clienti possiamo, o forse meglio, dobbiamo, metterci la faccia.

Che senso ha spendere 5/10/15.000 euro per un contenuto su Instagram postato da un influencer?

Perché è di queste cifre che spesso si parla.

Qual è il vantaggio economico?

E l’invito all’azione? Un influencer non può certo scrivere “entra in concessionaria a comprare la nuova 500?”

Certo potremmo giustificare l’operazione come attività di branding.

Allora preferisco fare direttamente una campagna per meglio posizionare il mio Brand.

Sul breve periodo è meno efficace, ma sul lungo periodo paga sicuramente di più.

Probabilmente a parità di importo, inizialmente, raggiungerò un numero inferiore di follower, ma se li amo e li rispetto li avrò per sempre.

Una campagna con un big influencer ha una durata brevissima, perché gli utenti non seguono voi ma tendono a seguire la persona che avete scelto come influencer.

Sono basse le percentuali di utenti che dopo aver visto un post dell’influencer, seguono anche il Brand sponsorizzato.

Ultima riflessione.

È fondamentale calcolare il rischio di associare il nostro brand all’immagine di un’altra persona.

Quanti sono i casi di atleti accusati di doping, persone dello spettacolo arrestate per droga oppure registi denunciati per molestie sessuali?

Sei sicuro di voler correre il rischio di demandare ad un altro la comunicazione dei tuoi prodotti o marchio?

Buona giornata a tutti….

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