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“Il coraggio di cambiare” Tre lezioni di Leadership di Sergio Marchionne

"Il coraggio di cambiare" tre lezioni sulla Leadership e la crescita che Sergio Marchionne ha tenuto agli studenti della Bocconi.
"Il coraggio di cambiare" tre lezioni sulla Leadership e la crescita che Sergio Marchionne ha tenuto agli studenti della Bocconi.
Indice dei contenuti

“Il coraggio di cambiare” un libro semplicemente stupendo

Ho da pochi minuti finito di leggere il libro “Il coraggio di cambiare”.

Tre lezioni di Leadership di Sergio Marchionne.

Il primo libro che ho letto su questo straordinario manager è stato “Lo straniero” di Paolo Bricco.

Entrambi i libri ti lasciano a bocca aperta. Mentre il primo è una descrizione del pensiero e del lavoro svolto da Marchionne, “Il coraggio di cambiare” è sostanzialmente la trascrizione di tre lezioni sulla Leadership e la crescita che Marchionne ha tenuto agli studenti della Bocconi.

“Il coraggio di cambiare” è un libro che si legge tutto d’un fiato, effettivamente le pagine non sono tantissime. Il valore che contengono si.

È semplicemente pazzesco.

Ho amato fin da subito Marchionne, in lui ho sempre visto e riconosciuto una carica incredibile.

Quello che tutti noi definiamo Leadership.

Devi sapere che, quando leggo un libro, ho con me sempre una penna oppure una matita per segnarmi, eventualmente, le cose che trovo interessanti.

Avrei voluto segnare ogni riga di quanto ho letto, ma ovviamente, non avrebbe avuto senso.

Quindi quello che ho segnato è già l’essenza di un pensiero semplicemente stupefacente. Potremmo definirlo la crem de la crem.

Un altro aspetto, di questo evidenziare i passaggi importanti, consiste nel numero delle lineette che pongo al lato.

Una vuol dire interessante, due molto interessante, dalle 3 righe in su puoi solo immaginare. In questo caso viaggiamo sempre dalle 3 righe in su.

Ad un certo punto mi sono reso conto che avrei dovuto utilizzare un numero di lineette verticali infinito perché i pensieri espressi sono veramente incredibili.

Allora ho deciso di adottare la sigla VI cioè very important.

Ormai non aveva più senso continuare con la progressione delle lineette, perché mi sarei trovato ad evidenziare i paragrafi mettendo 5,6,7 lineette verticali. Quindi i pensieri super, li ho indicati con il Very Important.

Un’altra piccola curiosità, nei libri che leggo indico alcuni paragrafi con la lettera C che sta per citazione.

Evidenzio un pensiero che voglio poi utilizzare in un articolo, una riflessione un progetto.

Come ho detto, ho letto questo libro tutto di un fiato, ma ho deciso di lasciarlo sul comodino.

Sarà il mio mantra, perché ciò che contiene mi ha cambiato profondamente.

Ho ascoltato presentazioni, ho sentito relatori parlare di leadership, ma devo dire che Marchionne non solo è unico ma incarna esattamente quello che dice.

La lezione più importante è che, se vogliamo cambiare il nostro modo di vivere e la nazione nella quale viviamo, sta solo a noi. A nessun altro.

Riporto alcuni passaggi estratti dal libro nella speranza che anche tu decida di leggerlo.

Tanta felicità.

30 marzo 2012
Aula magna dell’Università Bocconi
Workshop Unthinkables

Riporto il link dello speach di Sergio Marchionne

“Sono le cose che facciamo e il modo in cui le facciamo che parlano di noi stessi, della nostra visione del mondo, del tipo di persone che vogliamo essere.
È solamente le cose che facciamo, ciò che costruiamo, ci rendono ciò che siamo”.

“Tutti noi, tutti coloro che vogliono un’Italia migliore hanno l’obbligo di fare qualcosa per cambiare le cose. A volte, nel nostro Paese, ho l’impressione che ci sia un atteggiamento passivo nei confronti del presente.
Un atteggiamento che sta sgretolando uno dei pilastri del nostro stare insieme e del nostro modo di guardare al futuro.
È come se si pretendesse di aver diritto a un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare.”

“Lasciatemi dire che i diritti sono sacrosanti e vanno tutelati. Ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo.”

“Per questo credo che dobbiamo tornare a un sano senso del dovere, alla consapevolezza che per avere bisogna dare”.

Per Marchionne è fondamentale l’evoluzione, mettersi costantemente in gioco, cambiare.

Parlando del proprio team dice…

“Dico loro di non ripetere sempre le stesse cose, gli stessi percorsi e di ricordarsi che la concorrenza sa già da tempo quello che noi abbiamo scoperto.”

“….dobbiamo portare noi il gioco in un luogo dove la concorrenza non c’è.”

“Essere veramente liberi significa anche sapere che in ogni momento è possibile abbracciare una nuova direzione, un nuovo obiettivo. Significa non permettere che le scelte fatte a un certo punto della vita chiudano fuori tutto il resto”.

“Io ho due diritti nella vita, il resto sono tutti obblighi. Uno è scegliere le persone con cui lavoro, e l’altro è scegliere i valori che guideranno l’azienda, e quale tipo di caratteristiche di leader voglio riflesse nelle persone che scelgo.”

24 maggio 2014
Università Bocconi
Laurea specialistica in Management, corso di Corporate Strategy

“Quello che ho imparato, da tutte le mie esperienze personali e professionali, è che ogni storia di successo si basa sulla capacità di un gruppo di donne e di uomini di imprimere una svolta culturale – prima che tecnica – a un certo ordine di cose.”

“Se c’è un consiglio che posso darvi oggi è di mantenere la vostra mente aperta: aperta al nuovo, al diverso, alle infinite possibilità che si presenteranno, senza che le abbiate mai cercate o neppure immaginate. I risultati che riuscirete a raggiungere e l’intensità con cui vivrete la vostra vita dipendono in gran parte da questo”.

“Chi non è in grado di vedere prospettive diverse, di ascoltare opinioni differenti, di andare oltre la propria limitata esperienza, perde l’opportunità di vivere con pienezza. E la tragedia più grande è che non si renderà mai conto di ciò che ha perduto.
Dietro ogni singolo risultato che siamo riusciti a raggiungere c’è un nuovo modo di pensare e di guardare le cose”.

“Un capitalismo di carta, il profitto senza etica, non solo hanno dimostrato il fallimento, ma sono anche la negazione della nostra stessa umanità.”

“Non avete bisogno di ricette magiche per cambiare il mondo. Avete già tutto quello che serve. È dentro di voi: è il potere di immaginare le cose in modo migliore”.

20 giugno 2014
New York – Bocconi Alumni American Conference
Gala Dinner

“…se la leadership è fedele ai propri valori, se lavora senza violare quei valori.”

“… un grande leader è capace di guidare il cambiamento. E non soltanto il cambiamento fine a se stesso – è la risposta a una domanda semplicissima: quando vai a casa la sera, hai lasciato un posto migliore rispetto a quando sei arrivato la mattina?”

“… per me l’unica cosa che un leader può fare è indicare una direzione generale. Fissare degli obiettivi, incredibilmente audaci, poi levarsi di torno. Circondarsi delle persone migliori che si possano trovare e farle lavorare.”

“Il mercato è un meccanismo incredibilmente spietato. Non ha coscienza, non ha etica, semplicemente è.”

“La concorrenza prevedibile è qualcosa del passato”.

“Bisogna essere in grado di motivare le persone, e ancora di più, di guidarle. Guidare le persone è una cosa molto strana:la maggior parte della gente crede che essere leader significhi dare istruzioni. Non è così, non ha nulla a che vedere con questo. Bisogna in qualche modo arrivare a quelle persone, accendere la scintilla che è in loro.”

“Ci sono un’infinità di modi per fare i numeri, e poi c’è un modo di farli  che è socialmente responsabile”.

“… il vostro unico vero valore come leader, in definitiva, si misurerà nella qualità dei leader che verranno dopo di voi.”

“Per chi tra voi è innamorato dei fogli di calcolo e del capitalismo… state molto attenti! Ogni volta che voi spostate una cella sul vostro computer, questo ha un impatto su tante vite umane”.

Oggi è il 23 maggio, ho da poco finito il libro e sto riflettendo sulla mia vita e su quello che ho fatto.

Quante persone ho incontrato, quante hanno deciso di lavorare con me.

Quante di loro hanno poi deciso di intraprendere una loro strada.

Qualcuna mi ha ringraziato.

Oggi a 54 anni mi chiedo se per qualcuna di loro ho rappresentato il cambiamento. Sono riuscito a fare la differenza.

Cioè come dice Marchionne se ho lasciato un’eredità positiva oppure no.

Se dovessi guardare i risultati attuali direi proprio di no.

Perché se fossi stato un vero leader, una persona capace di entusiasmare, coinvolgere e spronare le persone, queste persone sarebbero ancora con me.

Penso spesso a questo passaggio e nel mio cuore spero fermamente di essere stato utile ad almeno una parte di loro.

Non lo spero per vanità, ma semplicemente, perché diversamente la mia esistenza qui non sarebbe servita a nulla.

È probabilmente strano leggere questo articolo sul mio sito.

Nell’ottica della costante positività e pro attività sembrerebbe quanto meno negativo.

Ho deciso di pubblicarlo con l’obiettivo di dare una visione differente.

Negli ultimi due mesi, complice il covid, ovunque mi girassi c’era qualcuno che faceva una diretta Facebook per spiegarmi come migliorare il mio business, come fare strategia, come andare oltre questo periodo etc….

Io stesso ho scritto diversi articoli su come dovresti fare, cosa dovresti fare, quando lo dovresti fare.

Ora mi viene da dire… e che cazzo…

Forse alcune volte, per imparare, abbiamo bisogno solo di fermarci.

Di guardare chi abbiamo vicino a noi in questo meraviglioso viaggio che si chiama vita.

E se quello che vediamo non ci convince o ci fa riflettere come sto facendo io in questo momento, probabilmente è il segnale che dobbiamo cambiare qualcosa.

Senza ansia, senza dolore o tristezza ma con assoluta consapevolezza e determinazione.

Guidare un’azienda vuol dire assumersi la responsabilità di cambiare ed evolversi costantemente

Cambiare non è una opzione, ma una scelta consapevole.

Se non cambiamo costantemente le nostre aziende, perdiamo nei confronti dei competitor e del mercato.

“Non il più forte, il più intelligente vince ma colui che meglio si adatta al cambiamento.”
Charles Darwin

Oggi parto da questa citazione per alcune brevissime riflessioni.

Questa difficoltà ad adattarsi ad accettare i cambiamenti non è solo dei piccoli imprenditori ma, spesse volte, è anche dei grandi condottieri, i grandi dirigenti.

Coloro che hanno costruito imperi, che hanno creato mercati e che spesse volte, in passato, sono stati innovatori e precursori.

Alcune settimane fa, ho avuto un incontro con una responsabile PR di una grande Azienda nel settore dell’elettrodomestico, per lo sviluppo di alcune attività.

All’inizio della riunione mi ha detto una frase che mi ha veramente “smontato”.

“Abbiamo la necessità di realizzare una strategia Social. Visto che la Dirigenza non ci crede assolutamente, il budget ad esse dedicata è veramente limitato.”

Le parole non erano esattamente quelle, ma il contenuto ed il significato assolutamente si.

Posso comprendere che queste “limitazioni” appartengano all’artigiano, al professionista, al piccolo imprenditore che, per mille motivi culturali e personali, non credono nelle strategie marketing e tanto meno nel Social Media Marketing o SMM, come definito da alcuni.

È difficile da accettare quando questo pensiero è manifestato dai grandi dirigenti.

Da coloro che hanno la responsabilità di condurre un’Azienda di dimensionali nazionali o, addirittura, internazionali.

Vuol dire chiudere gli occhi.

Vuol dire imporre i propri limiti oggettivi a coloro che, invece, potrebbero andare oltre e con la loro competenza, visione ed intelligenza, creare all’azienda opportunità di crescita e sviluppo.

Probabilmente vuol dire non offrire ai “nuovi giovani” la stessa opportunità che a questi dirigenti è stata offerta loro nel passato.

Ed è tutto li.

Così scopri che Aziende come AGFA e KODAK, leader nel settore della produzione di pellicole fotografiche, non hanno creduto all’avvento delle macchine fotografiche digitali e sono implose.

Scopri che i dirigenti IBM, hanno deriso l’allora giovane Bill Gates quando ha presentato il primo Personal Computer e sono state sopraffatte.

Per fortuna, poi, hanno avuto la capacità di innovarsi ed evolversi.

Scopri che ci sono dei lavoratori indignati e che scioperano perchè l’azienda per cui lavoravano e che produceva CD e musicassette ha chiuso.

Ed anche questa è realtà.

Un dipendente non può essere dissociato dall’azienda per cui lavora. Non può vivere una vita a se. Deve interessarsene e deve essere interessato e coinvolto.

Dipendenti, dirigenza e proprietà devono condividere valori, obiettivi, problemi e successi. Solo così si può andare oltre, si può progredire, crescere, espandere il business.

Nel periodo in cui viviamo non può più esistere il “Padrone”. Non è un’affermazione da politico o sindacalista (per altro i sindacati non li sopporto proprio, stanno rovinando l’Italia) ma l’affermazione di colui che ritiene che 1+1 sia uguale a 4.

Cioè il valore condiviso della conoscenza, degli ideali, degli obiettivi e dei benefici, moltiplica in modo esponenziale i risultati a patto, che questi vengano suddivisi in modo equo e proporzionale tra tutti coloro che vi hanno partecipato.

Ed allora non avremo un’Azienda, avremo un’astronave lanciata a tutta velocità, che gli altri definiscono aliena, perchè non la capiscono, ma che i pochi che la comprendono definiscono: Futuro.

Spero di averti trasmesso lo spunto, l’idea che sta alla base di questo articolo ed il motivo per il quale l’ho scritto.

Ti auguro una fantastica vita!

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