Il cambio generazionale in un’Azienda è una scommessa difficile da vincere
Il Caso “XXXX”. Per rispetto al Cliente, ovviamente, non cito l’Azienda, ma quanto vi riporto è realmente avvenuto circa un anno fa.
Siamo stati contattati da un’Azienda, che voleva rinnovare la propria politica commerciale ed il marketing, affidandoli entrambi alla nostra Agenzia.
Parlando con il titolare: “Vorremmo crescere, ma sopratutto vorrei fare in modo che la mia figura non sia più preponderante in Azienda. Mio figlio deve prendere il mio posto. Deve capire come gestire l’Azienda“.
Bene, dopo un mese di lavoro era chiaro che il “collo di bottiglia” fosse il figlio.
Approvava i Progetti di Comunicazione ed il riepilogo dei Report delle riunioni senza preoccuparsi di leggerli.
Dopo due mesi, come era ovvio, non c’era coerenza tra quanto elaborato dall’Agenzia e le aspettative del Cliente.
Chiesi quindi un appuntamento con il titolare, il quale mi ripose che sarebbe intervenuto prontamente.
Primo insegnamento: Parlare sempre con colui che decide (Decision Maker)
Oggetto dell’incontro: verifica delle attività in corso sia dal punto di vista della strategia, che dei risultati generati.
Durante la riunione è emerso che le attività sviluppate dall’Agenzia, avevano generato un fatturato superiore alle aspettative del Cliente:
“Fantastico Cremonesi, allora non siamo messi come mi era stato descritto in Azienda. Andiamo avanti alla grande.“
Oltre alle attività già previste, ci è stato chiesto di supportare l’Azienda nella realizzazione delle attività Marketing e Comunicazione a supporto della loro partecipazione ad un’importante fiera del settore.
Secondo insegnamento: se non affronti un problema, lo stesso si ripresenta in una forma ancora peggiore.
Ed è così che, ci siamo trovati nuovamente ad affrontare una serie di problematiche, con il figlio del titolare.
Definivamo tempistiche ed iter per sviluppare la strategia.
Ciò che era di competenza dell’Agenzia veniva realizzato, ciò che era di competenza e responsabilità del figlio del cliente, rimaneva al palo.
Ho personalmente e nuovamente parlato con il titolare per far presente questa situazione.
Capivo perfettamente che si trovava di fronte ad una decisione importante: affrontare proprio figlio.
La persona alla quale voleva demandare l’organizzazione e gestione della propria azienda.
Bene, dopo due settimane ci è stato chiesto di interrompere la collaborazione.
L’alternativa era rendersi conto che, forse, il figlioccio, non si impegnava così come avrebbe voluto/dovuto.
3 insegnamento: capire per non ripetere l’errore
Come sempre, al chiudersi di un rapporto analizzo quanto è successo.
Cerco di trarne un insegnamento, per evitare episodi simili in futuro.
Ebbene l’insegnamento è stato: se devi entrare in un’azienda per accompagnarne il cambiamento generazionale, prima verifica che ci sia una volontà ferrea e reale, diversamente lascia stare.
Hai trovato interessante questo articolo? Puoi approfondire ulteriormente, leggendo questi articoli.