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Il Business Etico è l’unica soluzione che può salvare le aziende

Il Business Etico è l'unica soluzione che può salvare le aziende
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Il Business Etico aiuta le aziende a crescere e a consolidarsi

Il Business Etico è l’elemento fondamentale per distinguersi sul mercato e generare valore.

Tempo di lettura: 5 minuti

Oggi voglio affrontare un argomento che mi sta molto a cuore. Il Business etico o Spiritual Business .

Il punto di partenza è un articolo estremamente interessante che ho letto questa mattina su Business Insider dal titolo:

La Corporate America manda in soffitta i Chicago Boys: 181 aziende firmano un documento per un ‘Capitalismo migliore’

Riporto due paragrafi che ritengo basilari:

“I grandi gruppi Usa voltano pagina? Sembrerebbe di sì. La priorità delle società e dei suoi amministratori delegati non sono o dovranno essere solo più gli azionisti e il valore delle azioni delle società da loro dirette: le aziende nelle loro decisioni devono considerare anche il benessere dei loro dipendenti, e non solo il perseguire il massimo dei profitti..”

“Gli azionisti, è il nuovo motto, vanno considerati alla pari dei lavoratori, dei clienti, dei fornitori e delle comunità in cui si opera (gli stakeholder).”

Anche le società Americane iniziano a cambiare idea in merito alla distribuzione del valore prodotto dalle aziende.

Condividere il benessere prodotto con coloro che ti hanno aiutato a produrlo, credo che sia un punto fondamentale.

Anche se può sembrare solo un gioco di parole, per fare questo importante giro di boa, dobbiamo eliminare dalla nostra testa, il termine dipendenti e sostituirlo con collaboratori.

Le parole hanno pesi e valori ben specifici.

Per questo motivo ho effettuato una ricerca sul sito della Treccani.

“-dipendènte [dal part. pres. del verbo dipendere]. – Secondo elemento di composti nominali formati modernamente, avente il sign. di «(persona) che dipende da, che non può fare fisicamente o psichicamente a meno di» quanto designato dal primo elemento del composto: teledipendente, tossicodipendente.”

Dipendere dall’azienda che ti da lavoro, vuol dire mettere la tua vita nelle mani di quell’azienda.

E’ una questione mentale, prima di tutto. Il tuo futuro dipende dal fatto che tu riesca a mantenerti il tuo lavoro.

Apparentemente potrebbe sembrare un punto di forza per l’imprenditore.

Se dipendi da me, darai il massimo in azienda. Quindi sarai disposto a fare qualsiasi cosa pur che io non ti licenzi.

Ed effettivamente è quello che avviene in molte realtà.

Se l’azienda si basa su questo modello è destinata a fallire.

Per il semplice motivo che il dipendente è maggiormente focalizzato a compiacere il datore di valore che non a creare valore per l’azienda stessa.

Quante volte vi è capitato di essere screditato da un collega che voleva farsi bello agli occhi del capo?
Oppure tenere nascosti alcuni errori o mancanze per non “rischiare il posto”?

Che cosa determina questo? Che sarai ancora più focalizzato a difendere il tuo posto, piuttosto che ad impegnarti sul lavoro.

Esiste un secondo aspetto, che ho sentito dire decine di volte dagli amici o da persone conosciute al bar.

“Ma che senso ha che mi faccio il culo in azienda. Che io faccia tanto o poco la mia paga è sempre la stessa”.

Anche questo atteggiamento è devastante per l’azienda.

Deriva sempre dalla stessa radice: “dipendente.”

Proviamo a vedere i nostri dipendenti come collaboratori.

Facciamoci aiutare ancora dalla preziosa Treccani

collaboratóre s. m. (f. -trice) [der. di collaborare]. – Chi lavora insieme con altri per la produzione di qualche cosa, o collabora alla realizzazione, allo sviluppo, alla riuscita di un’attività, di un’iniziativa

Chi lavora insieme con altri per la produzione di qualche cosa.
Capperi questo vuol dire non dipendere dall’azienda, ma lavorare con i colleghi per produrre valore.

Vuol dire dedicare del tempo per trovare nuove idee e nuove soluzioni per migliorare il prodotto o servizio realizzato dall’azienda.

Vuol dire dare il massimo supporto ai clienti se faccio parte del customer care. Vuol dire essere gentile e disponibile se sono un cameriere oppure un addetto alla reception.

Una persona non decide di stare in azienda per i soldi. Ma perché si sente parte di qualcosa. Perché si sente utile.

Se una persona lavora per voi, esclusivamente per la paga, vuol dire che, alla prima occasione, cambierà per una paga migliore.

Se una persona lavora con voi, allo sviluppo di un progetto imprenditoriale, non vi abbandonerà, nemmeno nei momenti difficili dell’azienda.
Per il semplice motivo che si sente parte di quell’azienda. A tal proposito posso portare la mia esperienza personale, dove i miei collaboratori mi sono stati vicini, mi hanno aiutato, anche nei momenti di difficoltà.

Chiaramente “essere parte attiva dell’azienda” non può essere a senso unico ma deve essere win win.

Cioè entrambi gli attori (imprenditore e collaboratore) devono vincere.

Questo può concretizzarsi in tantissimi modi:

  • Premi ed incentivi, non solo legati alla produttività, ma soprattutto alla fornitura di nuove idee e soluzioni che migliorino uno dei tanti aspetti del ciclo produttivo. Ad esempio, la persone che lavora alla catena di montaggio, sarà stimolato a trovare nuove soluzioni. Non solo per quanto riguarda la velocità di esecuzione, ma anche per quanto concerne la qualità del prodotto finale.
  • Distribuzione tra i collaboratori di parte degli utili aziendali.
  • Realizzazione di programmi di welfare aziendale che aiutino i propri collaborati. Ad esempio alcune aziende sottoscrivono polizze che coprono le spese extra per il medico, oculista, dentista etc.. dei propri collaboratori. Altre hanno realizzato palestra o asilo nido all’interno dell’azienda o nelle immediate vicinanze, etc..

Il Business Etico non si ferma ai soli collaboratori ma va oltre.

Riguarda anche i propri fornitori.

Nelle trattative non ha senso ridurre all’osso il costo della fornitura. Va bene trattare per avere un minimo vantaggio.

Approfittarsi di un fornitore in difficoltà per ottenere il massimo sconto, vuol dire, metterlo ancora di più in difficoltà.

Che cosa può succedere? Che quel fornitore lavorerà male, quindi sarà ancora l’azienda committente a farne le spese.

Se un fornitore è in difficoltà e gli diamo una mano, sarà riconoscente per sempre. E quando noi saremo in difficoltà, sarà comunque disposto a lavorare per noi, magari spostandoci i pagamenti per non crearci problemi.

Ultimo aspetto. La comunità.

Ogni azienda produce, lavora, costruisce, crea all’interno di una comunità. Anche le aziende che erogano servizi prettamente online, fanno parte di una comunità.

E’ quindi fondamentale restituire alla comunità parte di ciò che abbiamo ottenuto.

Dal punto di vista del marketing e comunicazione, questo tipo di progetti si chiamano CSR o Corporate Social Responsibility.

Progetti realizzati dall’azienda per creare valore e sostegno alla comunità di cui fa parte.

Sostegno ad Associazione locali che fanno volontariato. Creazione di aree verdi o gioco per i bambini. Sostegno ad eventi locali.. etc.

Le opportunità sono mille.

A parte tutti gli aspetti organizzativi e di business esiste un motivo ancora più grande per cambiare il nostro approccio al Business.

La Legge Buddista di Causa ed Effetto “Raccogli ciò che semini. Ciò che mettiamo nell’universo è ciò che ci torna indietro“.

Ti auguro una fantastica giornata

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