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Strategia di Influencer Marketing

Influencer Marketing
Influencer Marketing

L’Influencer Marketing può incrementare notevolmente visibilità, reputazione, fidelizzazione e posizionamento del Brand

La strategia di influencer Marketing è estremamente efficace se integrata nella strategia di comunicazione e web marketing. Scopriamo perché!

Sono molteplici le definizioni di influencer marketing.

Vi riportiamo la nostra.

Con Influencer marketing si indica la capacità di “influenzare” gli utenti presenti sul web. Più semplicemente di generare un passaparola strategico che genera visibilità, conoscenza e reputazione di un marchio oppure di un prodotto o servizio. Se applicato al solo mondo social si parla di “social influencer”.

Il influencer marketing è sempre esistito. Semplicemente lo chiamavamo con un altro nome: passaparola.

Questa nuova disciplina del marketing è l’unione tra il passaparola e la notorietà.

Possiamo dire che la prima forma di influencer su larga scala sono stati i testimonial.

Sportivi, uomini dello spettacolo o più semplicemente VIP, che negli anni hanno prestato il loro volto e la loro credibilità per realizzare campagne pubblicitarie di ogni tipo: televisione, radio, stampa, affissioni etc.

Sostanzialmente le campagne pubblicitarie utilizzavano la loro capacità di influenzare le persone nella fase decisione di acquisto di un prodotto o servizio.

Personalmente credo che il capostipite di questa grande scuola è stato il grande Mike Bongiorno.

Grazie alla sua credibilità, naturalezza, capacità di coinvolgimento e di comunicazione, riusciva ad influenzare pesantemente l’enorme pubblico che, ogni sera, seguiva le sue trasmissioni, oppure vedeva i suoi spot.

Negli anni è stato un continuo fiorire di testimonial. Da quelli più diffusi ed apprezzati a quelli meno conosciuti ed influenti.

La prassi di associare un volto, un personaggio, ad un prodotto o brand può anche rivelarsi pericolosa.

Perché il destino di quella marca può essere legato al destino di quel personaggio pubblico.

Alcune volte in modo fortuito in altri casi in modo tragico. Ricordiamo, ad esempio, Patrick de Gayardon, uno dei più noti rappresentanti del “paracadutismo acrobatico” morto durante un lancio.

All’epoca il Claim di Sector era “No Limits”.

Come è facile intuire, un evento così tragico, non ha sicuramente giocato a favore del brand, che per diverso tempo è scomparso dagli schermi.

Ora questa premessa è importante, perché realizzare una campagna di comunicazione sfruttando il fenomeno dell influencer marketing può incorrere negli stessi rischi.

Di fatto demandi ad una terza persona la presentazione del tuo prodotto, servizio, brand.
Quindi l’intero processo deve essere accuratamente verificato e monitorato.

Soprattutto da quando sono nate piattaforme che mettono in contatto direttamente Brand ed Influencer.

Il rischio è di non avere il pieno controllo su quanto viene pubblicato online.

Non solo.

Stiamo assistendo ad una vera e propria esplosione di influencer. Inizialmente il fenomeno ha coinvolto principalmente i blogger.

L’avvento in modo prepotente sulla scena dei social network, ha spostato notevolmente l’ago della bilancia a loro favore.

Primo su tutti il canale Instagram, a seguire Youtube. Decisamente meno forte Facebook. Da non trascurare anche i social influencer presenti su Linkedin, canale meno conosciuto al pubblico in generale ma verticalizzato nel mondo del business. Dove essere influencer ha il suo perché…

Per dare dimensione e volume a questo nuovo modo di comunicare a fare business, è sufficiente pensare che attualmente il budget destinato dalle aziende, a livello mondiale è di 5,6 miliardi di dollari. La previsione per il 2020 parla di ben 16 miliardi di dollari.

Notevole direi.

Riporto alcuni dati presentati durante l’evento “People are Media”, workshop organizzato dal Gruppo Media Comunicazione e Spettacolo di Assolombarda.

Nell’ultimo anno il 64% delle imprese italiane (l’80% delle multinazionali, il 57% delle Pmi e il 50% delle startup) ha fatto ricorso ad operazioni di influencer marketing, con un investimento compreso tra i 10 e i 50 milioni di euro.

Nel nostro paese, negli ultimi due anni, gli investimenti in influencer marketing sono cresciuti del 131% , raggiungendo nel 2019 un valore complessivo di 241 milioni di euro, pari all’8% del totale degli investimenti digital.

La ricerca riporta anche un dato molto interessante, cioè l’obiettivo che le aziende volevano raggiungere grazie agli influencer.

  • miglioramento della reputazione del brand (56%)
  • promozione di eventi (18%)
  • aumento delle vendite (17%)

A nostro avviso questi dati sono estremamente importanti e confortanti perché dimostrano come le aziende sono estremamente interessate a costruire la giusta credibilità e reputazione, ancora prima che vendere prodotti.

Grazie all’influencer marketing è anche possibile posizionare in modo corretto sul mercato il nostro prodotto o servizio.

Il posizionamento è uno degli elementi fondamentali nella strategia di un’azienda. Vuol dire parlare al nostro target di riferimento, alla nostra buyer persona. E in questo modo posizionarci, appunto, tra i primi risultati della loro ricerca, proponendoci come soluzione per risolvere un problema.

Quanto sopra riportato indica chiaramente le scelte strategiche che marketer e responsabili marketing stanno realizzando per raggiungere gli obiettivi prefissati nei vari piani marketing e comunicazione.
“Per noi in Enel gli influencer sono fondamentali. Abbiamo iniziato ad usarli per parlare di transazione energetica e ne abbiamo attivati più di 400 in tutto il mondo. Non vogliamo parlare noi dei vari temi, ma preferiamo che lo facciano loro. Finora abbiamo raggiunto 12 milioni di persone”

Isabella Panizza, Head of Communications Digital Hub di Enel

Fonte: www.liberoquotidiano.it

Ma gli influencer sono tutti uguali?

Come prima cosa è importante dire che siamo, nel nostro piccolo, tutti influencer.

Il concetto del passaparola vale per tutti. Portando sul web possiamo semplicemente dire che, ogni volta che lasciamo una recensione, oppure commentiamo un post, siamo influencer.

Cioè influenziamo, con il nostro commento, la propensione all’acquisto di una persona.

Proviamo ad analizzare il nostro comportamento d’acquisto.

Se decidiamo di andare al ristorante leggiamo le recensioni. Se stiamo organizzando un viaggio leggiamo le recensioni. Se vogliamo comprare un nuovo taglia erba, una crema, oppure un mobile, leggiamo le recensioni. Non per niente anche su Amazon, si sta affermando il concetto di influencer.

Quindi influenziamo e siamo influenzati. Potremmo dire.. un grande virus globale.

Tecnicamente gli influencer li possiamo suddividere per tipologia:

  • Influencer generalisti
  • Influencer verticalizzati in specifici settori

Li possiamo suddividere per dimensioni:

  • Nano influencer: fino a 10.000 follower
  • Micro influencer: tra i 10 e i 100 mila follower
  • Middle influencer: tra i 100 e 500 mila follower.
  • Mega influencer (celebrità conosciute e amate a livello globale) > 500 mila follower.

Inoltre li possiamo suddividere per territorialità:

  • Local influencer: se hai un ristorante non ha senso avere un influencer nazionale. E’ meglio avere piccoli influencer locali, diciamo della tua città.
  • Regional influencer: Influencer a livello nazionale, sono utili quando la tua Azienda opera su tutto il territorio nazionale. Chiara Ferragni ne è un esempio. Ha followers in tutto il mondo ma la sua notorietà è principalmente a livello nazionale.
  • Global influencer: Come dice la parola, è dedicato ad aziende a livello internazionale. Si possono avvalere di regional influencer, oppure di global influencer. Ronaldo ne è un esempio pratico. Quando la Juventus ha deciso di portarlo in squadra, la sua capacità di influenzare le persone a livello globale è stato un elemento differenziante. FCA è un gruppo mondiale, aveva bisogno di un testimonial globale.

“Mondadori ha investito tanto in questo settore ed e’ cambiata. Gran parte delle serie e dei libri vengono fuori dal mondo degli influencer. Il digitale e’ diventato un asse portante dell’azienda e soprattutto ora si e’ tornati alla ricerca di talenti”

Andrea Santagata, Chief Innovation Officer del Gruppo Mondadori

Fonte: www.liberoquotidiano.it

Quale influencer utilizzare?

Questa è la vera domanda.

Chiaramente dipende tutto dal nostro modello di business, dalla nostra strategia web marketing e dal messaggio che vogliamo trasferire.

Ma andiamo per gradi e facciamo alcuni esempi concreti.

Ho un’attività locale che tipo di influencer dovrei utilizzare?

Questo esempio vale per tutte le attività locali. Posizionate in modo chiaro sul territorio.

Ristoranti, palestre, centri benessere, studi professionali etc.. Facciamo un esempio pratico parlando di un ristorante.

Se avete un unico ristorante, ha senso utilizzare influencer locali.

L’operazione è totalmente gratuita ed ha un’efficacia incredibile.

Ma quali sono questi influencer locali?

Sostanzialmente tutte le persone che entrano nel vostro ristorante.

Attenzione non è sufficiente chiedere loro di fare una recensione.

La cosa più importante e far vivere loro una grande esperienza utente, fin dal primo contatto, quello della prenotazione.

Proseguendo all’accoglienza nel ristorante.

Continuando durante ogni fase, fino a quando pagano il conto.

Ogni momento rappresenta quello che in gergo è definito touch point, cioè punto di contatto tra il brand (ristorante) ed il cliente.

Se rendete protagonisti i vostri clienti, la loro recensione sarà fantastica. Obiettivo raggiunto. Non solo.

Se si registrano nella pagina Facebook del vostro locale, i loro amici sapranno che si trovano lì, in quel momento.

Se ogni sera 10 persone si registrano ed ogni persona ha mediamente 200 amici…. quanta pubblicità e visibilità gratuita ottenete? Un botto direi.

Diverso è il caso di una catena di ristoranti, oppure di palestre sparse, ad esempio, su tutto il nord Italia.

Il goal è utilizzare influencer locali ed alcuni influencer nazionali.

Se ho un’attività a livello nazionale, specializzata in un dato settore, che tipo di influencer dovrei utilizzare?

In questo caso, il consiglio è di selezionare influencer forti in quella nicchia di mercato. Non fatevi abbagliare dai numeri.

Certo una persona dello spettacolo può avere 1 milione di “seguaci” ma quanti sono interessati al vostro prodotto o servizio?

Non solo. Parliamo di una cosa estremamente importante: credibilità.

Gli influencer specializzati in nicchie di mercato, godono di una grande credibilità e reputazione. Perché sono specialisti di quel mercato.

Magari hanno solo 100.000 follower, ma molto fidelizzati. Possiamo dire che in quel settore sono riconosciuti come opinion leader.

Se la mia azienda distribuisce prodotti di largo consumo che tipo di influencer dovrei utilizzare?

Anche in questo caso dipende dalla tipologia di prodotto.

E’ importante ricordarci sempre, che non possiamo vendere tutto a tutti. Esiste sempre una nicchia di mercato.

Coca-Cola è leader del mercato delle cola, ma non detiene 100% del mercato.

In questo caso, l’ideale sarebbe individuare un regional influencer, che ha dimensioni da mega influencer. Tradotto.

Se dobbiamo lanciare un nuovo tipo di zafferano, oppure un nuovo tipo di burro, come è successo alla nostra Agenzia, il goal sarebbe ingaggiare influencer come Antonino Cannavacciuolo.

Gode di una grande reputazione, ha un ottimo seguito ed è specializzato in una specifica nicchia di mercato.

La Focalizzazione come sempre, è molto importante. Concentrarci sulla nostra Buyer Persona di riferimento, ci offre il vantaggio di rispondere a specifiche esigenze, che il nostro potenziale cliente ideale ha necessità di soddisfare.

L’influencer marketing è quindi un ottimo strumento per offrire soluzioni ai problemi dei nostri potenziali clienti ideali. E potremmo rispondere alle loro richieste giocando d’anticipo, ovvero senza lasciare agli utenti il tempo di porsi delle domande. Per gli utenti over 25 anni le stories e i post soddisfano la curiosità, per i giovani tra i 16 e i 24 anni, gli influencer incarnano un punto di riferimento per le proprie passioni (32%); infine per il 23% degli utenti di questa fascia d’età  sono più di un punto di riferimento, costituiscono un vero e proprio modello da seguire, il 16% instaura con loro un vero e proprio rapporto di fiducia.

Fonte: www.agi.it

L’efficacia e l’efficienza di un piano di comunicazione strategico integrato.

Chiaramente possiamo fare esempi all’infinito. Per questo motivo realizzare una corretta strategia di influencer marketing è tutto tranne che semplice.

Soprattutto perché non può essere fine a se stessa. Cioè si deve integrare, amalgamare e sviluppare contemporaneamente alle altre attività di comunicazione che il Brand sta realizzando in quel momento.

Chiaramente uno degli elementi determinanti è il budget disponibile, in quanto le attività che si possono sviluppare sono veramente tante. Digital Pr, Social Media Marketing, Viral Marketing, Article Marketing, Link Building Strategy solo per citarne qualcuna.

In questa sezione del nostro sito trovate diversi articoli relativi il influencer marketing.

Di seguito te ne proponiamo alcuni:

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